Aggregato al Mandamento di Belgioioso, ha legato il suo nome a quello del Casato pavese dei Beccaria. Fu possesso della famiglia Giorgi (di Rocca e Pietra, dette successivamente De Giorgi), ai sensi e per effetto di alcune successioni ereditate dai discendenti di Fiorello Beccaria. Nel 1418 Filippo Maria Visconti sconfessò tale casato in seguito ad una ribellione assegnando poi il territorio ai Balbi. Nel 1638 i Beccaria furono non solo reintegrati, ma anche insigniti ufficialmente del titolo di Conti di Vistarino, con privilegi e cariche notevoli.
Il paese di Vistarino è situato sulla riva sinistra del fiume Olona, nel mezzo della campagna pavese.
Un’ipotesi leggendaria ne fa derivare il nome dal culto per Vesta, dea romana del focolare, ma è molto più verosimile un collegamento con il nome romano Vestorius o Vestorinus.
Il comune di Vestorinum è citato, già nel XII secolo, nei registri delle tasse di Pavia.
Nel XIV secolo divenne feudo dei Beccaria, potente famiglia ghibellina di Pavia.
Nel 1418 Filippo Maria Visconti tolse il feudo ai Beccaria, colpevoli di ribellione nei suoi confronti, e lo assegnò alla famiglia Balbi.
Nel 1477 ne rientrarono in possesso i Beccaria, i quali lo trasferirono, per successioni ereditarie, all’antica famiglia pavese dei Giorgi. I Giorgi furono nominati Conti di Vistarino nel 1698 da re Carlo II.
Non è da escludere che in precedenza esistesse una rocca circondata da un parco. Il Castello è privato, ha pianta a L, è adiacente a fabbricati rustici d’origine più antica ed è circondato ad occidente da un vasto parco. L’avancorpo, che forma la base della L ha dimensioni di una torre, mentre il cortile patronale e la facciata del palazzo, sono ingentiliti da un triportico avente colonne in granito. Desta particolare interesse un passaggio segreto ricavato da una costruzione a “mattoni nudi”, che collega il rustico cortile della fattoria alla navata della vicina chiesa, tramite un grande arco che funge da porta all’abitato. Attraverso la galleria praticata sopra i voltoni, i Signori del luogo assistevano alle funzioni sacre celebrate nel tempio, senza essere visti, tramite l’apertura di un lunotto ribaltabile verso la navata; su questo lunotto viene conservato un affresco del pittore milanese Cesare Secchi, che raffigura il “Profeta Davide”.
Attraverso i fossati delle risaie si giunge al ponte sul fiume Olona: qui i campi in maggio si tingono di rosso per la fioritura dei papaveri, intervallati da macchie di verde smeraldo e dal giallo dei fiori cresciuti spontaneamente; in autunno i colori scompaiono avvolti dalla nebbia, mentre nelle vicine case vengono preparate calde zuppe di ceci e carne di maiale.
Pagina aggiornata il 19/12/2023